Grand Canyon NP
Colorado River Hike

ARIZONA, the Grand Canyon State
Fabry

Torno al Lodge e faccio il check-up: 4 litri di acqua, uno di Powerade, due snickers, due power bars e tre-quattro snack ai cereali. Impermeabile, coperta di sopravvivenza, mappe, macchina fotografica, binocolo, crema solare, burro di cacao, occhiali da sole, torcia, cappello, kit di primo soccorso...mi sembra ci sia tutto, ora devo solo chiamare gli sherpa...:) Prendo lo shuttle al volo. Dopo un paio di foto al trailhead, alle 6,30 in punto sono sul sentiero: si parte!

A quest'ora il G.C. è soltanto nostro: noi hikers, noi matti che condividiamo la stessa voglia di mettere la sveglia prima dell'alba per macinare chilometri e fatica pur essendo in vacanza. E non siamo neanche pochissimi, in partenza gi per il South Kaibab! Sul sentiero, in realtà, non c'è troppo da dire: una discesa ripida e continua su sterrato per 7 miglia circa. Dopo 3 mi., allo Skeleton Point, c'è la prima vista sul fiume: sembra già molto più vicino. Da questo punto faccio il resto della discesa con Bob, quarantenne californiano verace. Si chiacchiera amabilmente per tutta la discesa. Wow! Il mio inglese! Ecco i vantaggi di andare all'estero senza altri italiani al seguito...Bob è diretto al Phantom Ranch. Mi dice di aver prenotato due anni fa. Suo fratello, che ha provato un anno e mezzo fa, già non ha trovato più posto. Le robe dei matti!

Grand Canyon

Il Colorado sembra sempre piu' vicino

Finalmente, continuando a conversare, si arriva al fiume. Penso che soltanto tre giorni fa lo vedevo alla stessa distanza dal ranch dove alloggiavo, ed ora ho già fatto 7 miglia per arrivarci...OK, non sono troppo normale! Sono le 10 in punto quando arriviamo in fondo, saluto Bob e faccio un veloce check-up fisico: mi sembra di aver fatto appena un paio di Km., ma adesso comincia a fare molto caldo, quindi pensando alla lunga risalita che mi aspetta mi fermo all'ombra e mi godo un'oretta di riposo. Verso le 11 riparto. C'è da fare un miglio, un miglio e mezzo di River Trail, il sentiero che segue il Colorado con leggeri saliscendi (niente pianura, non c'è verso) congiungendo il South Kaibab con il Bright Angel Trail, dal quale risalirò.

Me la prendo veramente molto comoda in questa parte, godendomi il fiume e risparmiando energie. Ogni tanto, ad intermittenza, qualche gommone trasporta il suo carico di avventurieri che sfidano le rapide: questa è una cosa che mi piacerebbe fare prima o poi! Alle 12,30 sono all'inizio del Bright Angel. Sono 8 miglia di risalita per coprire 1500 metri di dislivello. Qui cominciano le vere difficoltà, quelle che hanno fatto riempire i bordi del Canyon con cartelli prefiguranti scenari semi-apocalittici per chi si avventura nel canyon senza sapere a cosa va incontro. Questa lunga salita si affronta con già quasi 15 Km. nelle gambe, e sotto un sole cocente. Risalgo a passo da bersagliere. Mi sento veramente molto bene, e sulla strada comincio a raccattare diverse persone che hanno chiesto troppo a loro stessi. Di nuovo, sul sentiero non c'è molto da dire, salita ininterrotta e decisa su un terreno analogo a quello della discesa, che si inerpica su per le pareti rosse. All'Indian Garden (poco meno di metà salita) incontro due persone che erano partite con me la mattina. Hanno l'aria decisamente stravolta! Continuo a salire bevendo come una spugna, il caldo e la fatica si fanno sentire, ma per fortuna le condizioni fisiche mi assistono ancora. Sicuramente è importante anche l'approccio mentale: salire per chilometri e vedere la vetta sempre troppo lontana rischia di dare delle mazzate non indifferenti al morale. Unite alle energie che si spengono, il rischio di crolli è facilmente verificabile. Paradossalmente, la parte più dura è l'ultimo miglio. Proprio quando ti sembra ormai di toccare il rim, le gambe decidono di entrare in sciopero: ma come, più di 20 chilometri in scioltezza e poi si bloccano per un chilometro? Ogni passo sembra un'impresa, e quella fine così vicina sembra non arrivare mai.

Ma, probabilmente, anche qui entra molto in gioco la testa, quando ti dici "OK, sono arrivato..." scatta il rilassamento mentale e conseguentemente fisico. Fortunatamente però si parla solo di stanchezza, (del resto dopo 27 KM...) niente di più. Vedo invece persone che stanno decisamente, ma decisamente peggio, al punto di farmi chiedere se riusciranno ad uscire da quello che, per loro, si sta tramutando in un inferno... Esco dal Canyon, rosso e impolverato dalla testa ai piedi, alle 16,05. Praticamente, stesso tempo per discesa e salita, e la salita è anche un miglio in più...c'è da dire però che la discesa l'ho affrontata con mooolta calma, mentre in salita le gambe andavano che era una meraviglia.

A questo punto desidero solo fare una doccia. Faccio il check-in al lodge, entro nella stanza...e la doccia non c'è!!! Solo il water e un lavandino... Proprio oggi che pagherei per averla, mi tocca invece lavarmi a pezzi. Del resto, per $55 a bordo rim cosa si può pretendere? Qualche considerazione sparsa. Sono partito con 5 litri di bevande e 7-8 fra snack vari e power bars. Cosa ho portato fuori dal canyon? Assolutamente niente. E pur essendo molto caldo, ad agosto è sicuramente peggio.

Grand Canyon

I dettagli del canyon si possono ammirare solo scendendo

Occhio gente, il canyon non perdona! E' indispensabile una perfetta condizione fisica ed un' altrettanto perfetta preparazione mentale, nel senso di sapere quello che si sta facendo, e cosa serve per farlo. Ma questo non soltanto per scendere al fiume, anche solo per fare 3-4 miglia e tornare su! Ora, qualcuno potrebbe chiedermi, è una bella esperienza? Vale la pena sciropparsi 16 miglia di cui la metà in salita e sotto il sole? Bella domanda...La verità è che il fiume, là sotto, si può vedere in mille altri punti, quasi con lo stesso paesaggio (da sotto non ci si rende certamente conto dell'ampiezza del canyon), senza fare fatica. La verità è che, a meno di essere appassionati di geologia, il panorama scendendo non è certo più spettacolare di quello che si vede dal bordo del rim, anzi!

Il sentiero è piuttosto monotono, il paesaggio anche (per carità, non sbranatemi! Intendo dire che non cambia molto durante il tragitto, non che non sia bello), ci sono tante escursioni meno faticose nel sud-ovest che ripagano con viste molto più appaganti. E allora? La sfida, il poter dire "Ce l'ho fatta!"? Sì, anche... La verità è che undici anni fa, quando ho visto il G.C. per la prima volta, c'era qualcosa dentro di me che mi diceva "Tu devi arrivare laggiù". Ecco, per me quel fiume (raggiunto da lassù), è sempre stato una sirena, e credo sia la stessa cosa per tutti quelli che intraprendono questa avventura (gli incoscienti no, quelli pensano semplicemente di andare a prendere il caffè in un bar un pò più lontano...). Se non sentite lo stesso richiamo...date retta, lasciate perdere, farete una fatica immane per avere poco. E questo vale ancora di più per le discese parziali! Scendere 3 o 4 Km. non vi darà nessuna soddisfazione a livello visivo. Risalirli vi sfiancherà.

Se invece questo canyon ve lo sentite dentro, e volete provare a viverlo dentro di voi (che può essere una grande esperienza), allora consiglio di scendere comunque dal South Kaibab. Il Bright Angel, infatti, parte proprio dietro la zona dei lodge, ed in orari normali troverete i primi 2-3 KM. frequentati (come la metropolitana all'ora di punta) da gente di tutti i tipi, che maledirà l'idea di passare di lì. Al South Kaibab, invece, si arriva solo tramite shuttle. Lì, scendendo anche di poco sotto l'orlo del canyon, si può cominciare ad ascoltarne il respiro...