Page & Lake Powell
Percorrendo il classico giro del Grand Circle (quell'area compresa fra Arizona settentrionale e Utah centro-meridionale, in gran parte coincidente con il Colorado Plateau e che comprende al suo interno la maggior parte dei parchi e delle attrazioni naturali comunemente visitate nel southwest) si incontrano due paesi che possono essere considerati dei veri e propri hub dell'outdoor, due santuari per gli appassionati di attività all'aria aperta che portano i nomi di Moab e Page.
Entrambi si caratterizzano per il fatto di essere a breve distanza non tanto da un singolo parco, ma da un'intera area ricca di parchi e punti di interesse. Moab guadagna dei punti proprio come paese, potendo contare su una maggiore ricettività e qualità alberghiera, nonché su maggiori servizi e su un'atmosfera più calda, ma le opportunità offerte al visitatore dall'area di Page sono letteralmente sterminate. Non esito a dire che si potrebbe passare un intero mese nell'area senza per questo finire a corto di nuove zone da esplorare.
Il Lower Antelope Canyon
Page si può raggiungere in due diversi modi, da ovest venendo dallo Zion NP o dal Bryce canyon NP e da sud arrivando dal Grand Canyon NP. In entrambi i casi, si percorre la US 89 che attraversa il territorio cittadino.
Page non è molto estesa, ma ha diversi motel delle principali catene (Best Western, Days Inn, Motel 6 e Super 8), fast food, ristoranti e strutture essenziali (supermercati, un Wal-Mart, ospedale, scuola, internet-point, un piccolo aeroporto che serve da base per i voli turistici). Si trova in territorio navajo, quindi la popolazione è composta principalmente da nativi americani. Page è adagiata su un'altura che sovrasta il Lake Powell, un lago artificiale creato dalla Glen Canyon Dam (diga) e che si estende per chilometri e chilometri su un immenso canyon ricoperto d'acqua, e che offre splendide possibilità per l'esplorazione e per gli sport acquatici.
Ma oltre al Lake Powell, Page offre un'infinità di opportunità per l'amante dell'outdoor. Citando a braccio, l'esplorazione del Lake Powell, il Rainbow Bridge (l'arco naturale più largo al mondo), l'Antelope Canyon (upper and lower), il Water Holes Canyon, l'Horseshoe Bend, the Wave (di cui ci occupiamo in un'altra sezione), Buckskin Gulch e il Paria River, e poi ancora i Wahweap Hoodos, Paria Rimrocks, la Cottonwood Canyon road, tutte attrazioni in grado di mozzare il fiato e ad un massimo di una cinquantina di km (ma spesso molto meno) dal paese. Abbiamo reso l'idea?
Ci resta solo da cominciare ad esplorare…
Antelope Canyon
La maggior parte dei turisti vengono qui proprio per vedere l'Antelope Canyon. E credete, ne vale la pena. Si tratta di un canyon scavato nella roccia, alto nei suoi punti più caratteristici dai 10 ai 20 metri circa e dalle pareri sinuose e levigate. La prima volta che vi si entra non sembra possibile che la natura possa aver disegnato un quadro così simile per certi versi alle ardite visioni di Gaudì.
E' sicuramente il super-slot canyon (viene definito comunemente così un canyon dove si riescono a toccare entrambe le pareti con le braccia) più facilmente accessibile nella zona, proprio questo però rappresenta anche il suo tallone d'Achille. Da tesoro nascosto e conosciuto da pochi esploratori solitari, a punto d'arrivo di carovane armate di macchine fotografiche, l'Antelope è altamente sfruttato a livello commerciale, e solo per visitarlo bisogna mettere in preventivo circa $25 a persona.
Le sezioni del canyon in realtà sono due, Upper e Lower ($25 per ogni sezione…), ma quella che vedete rappresentata in migliaia di foto è l'Upper, soprattutto per una particolare caratteristica. Le pareti, infatti, sono così strette che i raggi del sole riescono a insinuarvisi soltanto per una breve frazione del giorno intorno a mezzodì, creando una lama di luce che mette in risalto l'effetto luce/ombra. Purtroppo, per poter fotografarlo dovrete farvi strada fra decine di persone in uno spazio ristretto. E allora, un consiglio. Dato che si arriva all'imboccatura del canyon accompagnati dai navajo con una jeep ad orari prefissati (e quindi con i turisti che si susseguono ad ondate), anche se la meraviglia vi riempirà gli occhi alla prima visione dell'Antelope, violentate il vostro cuore e proseguite dritti. Il canyon si estende anche in lunghezza, e dopo la prima curva incontrerete gli stessi fiabeschi disegni con meno gente con cui condividerli.
Abbiamo parlato dell'Upper. In realtà, per certi versi, il Lower è ancora più mozzafiato. Curve più accentuate, pareti più strette, bisogna scendere nelle profondità del terreno invece che addentrarsi in una specie di caverna. I disegni tracciati da una mano instancabile ed eterna sono ancora più immaginifici, e pur se il sole non entrando direttamente non regala l'emozione improvvisa dell'Upper, gli arabeschi disegnati dalla luce riflessa e dalle sue mille sfumature di colore sorprendono ad ogni angolo, con in più la possibilità di goderne senza l'assillo di persone vocianti in carovana.
Dovendo sceglierne solo uno, difficile consigliare di perdere lo spettacolo dell'Upper. Ma di sicuro, sarebbe un folle pensiero quello di immaginarli come uguali e alternativi
Lake Powell
Lake Powell & Rainbow Bridge NM
Non si può negare che, almeno sotto il profilo delle dimensioni,
Lake Powell faccia la parte da leone in zona. Questo lago artificiale,
che si dipana tra stretti canyon, copre un'area tanto vasta da valicare
i confini dell'Arizona per finire nello Utah. Da Page in un quarto
d'ora di macchina potrete raggiungere il visitor center della Glen Canyon
NRA che si trova a ridosso della Glen Canyon Dam, l'enorme diga da cui
Lake Powell ebbe inizio. Al visitor center potrete avere informazioni
su un po' tutto ciò che l'area offre,
oltre a raccogliere materiale utile (mappe e giornali) e prenotare la
visita guidata alla Glen Canyon Dam. A pochi minuti dal visitor center
si entra nella vera e propria NRA (col National Park Pass l'entrata è gratuita),
in particolare si arriva nella Wahweap Marina Area. Qui è possibile
fermarsi a diversi punti panoramici per godersi il bizzarro paesaggio
che contrappone il blu intenso del lago all'aridità delle
rocce che lo contornano. Alternativamente potrete fermarvi in una delle
due principali spiagge e farvi una nuotata o prendere il sole oppure
prender parte ad una delle tante attività che la Wahweap Marina
offre agli amanti di motoscafi, moto d'acqua e barche in generale.
Sempre dalla Wahweap Marina partono interessanti tour in battello che navigano
lungo parte di Lake Powell. Sono piuttosto costosi ma, a mio avviso, rappresentano
comunque una buona scelta. In particolare consiglierei il tour da mezza giornata
(ce ne sono due al giorno) che arrivano fino al Rainbow Bridge National Monument. Questo è uno dei due modi di poter vedere Rainbow
Bridge. L'alternativa è un lungo trail da
diversi giorni. Il giro in battello perde un po' nelle stagioni in cui le acque
di Lake Powell non sono al loro massimo dato che ci si ritrova un bel po' sotto
il livello delle rocce circostanti e si perde parte dei paesaggi. Il giro è tuttavia
interessante anche se alla lunga gli scenari sono piuttosto ripetitivi. Il pezzo
forte del tour, come detto, è il Rainbow Bridge
NM, un arco naturale dalla curvatura quasi perfetta e circa delle dimensioni
di Delicate Arch di Arches NP. Quando l'acqua è al suo massimo livello,
il battello è in grado di portarvi fin quasi sotto l'arco. In Agosto invece si deve camminare per circa 1.25 miglia. Ricordate
che, una volta in loco, non siete più in una Recreation Area (dove più o
meno tutto è permesso) ma in un National Monument
e sono richiesti il massimo rispetto ed educazione verso il luogo in cui vi trovate.
Horseshoe Bend
Una breve camminata di ¾ di miglio vi sarà senz'altro utile per sgranchire le gambe e vi permetterà di godervi uno dei più bei punti panoramici che Page può offrirvi. Pochi anni fa per raggiungere questo punto ci si poteva affidare soltanto al tam-tam della rete. Oggi un comodo cartello turistico sulla US 89 south, a due-tre miglia da Page, vi indirizza ad un parcheggio sterrato dove le macchine presenti aumentano anno dopo anno. Per fortuna, niente di terribilmente invasivo né commercializzato.
Si comincia a camminare svettando su una ripida collinetta, dopo di che si cammina praticamente sempre in discesa finchè lo sguardo, lentamente, si allarga su un precipizio di un centinaio di metri o più, in fondo al quale scorre pigramente il Colorado che, dopo aver tentato invano di abbattere un verticale sperone roccioso, si è dovuto adattare a girarvi intorno disegnando un'ansa che ricorda un ferro di cavallo. Il colpo d'occhio è magnifico, anche perché tutto intorno si respira profumo di west dei vecchi film, con ampie distese di roccia e sabbia. Per riuscire a comprendere il tutto in una sola fotografia avrete bisogno di un grandangolo. Ma dopo aver trasferito una nuda immagine del Bend sulla vostra scheda di memoria, non fermatevi lì, ma trasferite nel vostro cuore e nei vostri ricordi un'immagine indelebile.
Basta sedersi su una roccia a picco sul precipizio, guardare il volo degli uccelli che giocano con le correnti nel vuoto, indovinare le increspature del fiume che si allunga sotto di voi, riempirvi le orecchie del silenzio innaturale che circonda questo luogo. Allora sì che questa stupenda immagine vi riempirà il cuore.
I Wahweap Hoodoos
Wahweap Hoodoos
I Wahweap Hoodoos non sono per tutti. Uno, perché non sono affatto un classico itinerario turistico, né se ne trova notizia sulle guide generali. C'è bisogno di una buona guida specialistica, o di un'approfondita ricerca sulla rete. Due, perché raggiungerli non è affatto facile, è richiesta una jeep 4X4 da guidare su terreno accidentato e non adatto ai neofiti della guida in fuoristrada, oppure un lungo percorso a piedi. Ma che silenzio, che pace, e infine che strana costruzione della natura che potrete osservare con compiacimento!
Cosa siano gli hoodoos probabilmente lo sapete, colonne di roccia più o meno alte che sono state create dall'erosione e da rivolgimenti geologici. Quelli del Bryce Canyon NP, per esempio, sono classici hoodoos. Le forme e i colori possono però essere diversi, a seconda delle forze che hanno agito su di essi e dei minerali nel terreno.
Quelli di Wahweap sono di un bianco candido, da risultare quasi accecante alla luce del sole.
Per arrivarci da Page si prende la US 89 fino ad arrivare a Big Water nello Utah. Fra il miglio 6 e 7 si trova sulla destra la Ethan Allen Road, esattamente di fronte al visitor center che si trova dall'altra parte della strada. Proseguire fino ad una T (leggermente sbilenca) e girare a sinistra. Da qui, si passa accanto ad uno stadio di softball, ad alcune industrie, ed infine dopo circa 3 miglia di sterrato non impegnativo (attenzione però a verificare le condizioni del tempo, con la pioggia potrebbe diventare problematico proseguire) si arriva ad uno spiazzo dove parcheggiare.
Da qui, si comincia a risalire il Wahweap Creek. Si tratta di una hike di 4.5 miglia circa sola andata, quindi pur essendo piatta e poco impegnativa, non è indicata per chi non cammina abitualmente.
La hike di per sé non è entusiasmante, si cammina sempre nel fiume con minime variazioni di paesaggio (occhio ad una barriera per il bestiame dopo circa mezzo miglio, sembra insuperabile ma guardando con attenzione si scorge un'apertura sull'estrema sinistra). Ma è quasi surreale aggirarsi per il greto del fiume asciutto, circondati da collinette ed osservando ogni tanto l'impronta di qualche piccolo animale che si è evidentemente aggirato in cerca di cibo, in un silenzio che all'inizio sembra quasi irreale. Anche se pensiamo di sapere cosa sia il silenzio, non ne abbiamo davvero idea finchè non si capita in un posto del genere, abituati a considerare di sottofondo tanti rumori quotidiani, e quasi a non udirli. Qui di sottofondo non ce n'è. Solo il solitario camminatore, e la natura. Sì, solitario. Nella giornata quasi intera trascorsa qui, non un solo essere umano si è frapposto fra me e la mia meta. Non un passo, non un respiro, non una parola. Sembra quasi impossibile pensare che si possa camminare un'intera giornata senza incontrare una sola persona e senza aprire la bocca se non per respirare.
Dopo tanto camminare, si arriva finalmente in vista degli hoodoos, un primo gruppo non troppo esteso, poi proseguendo un altro e infine il terzo, quello più numeroso. Lo spettacolo, come detto, è intenso. Alte colonne bianche svettano verso il cielo azzurro sulle pendici di una ripida collinetta, regalando anche un ottimo background per un bello scatto. Con un po' di fantasia, è facile immaginare che questi monoliti di roccia assomiglino a figure conosciute.
Perdetevi pure tranquillamente nei dintorni, a caccia magari di qualche hoodoo isolato e non conosciutissimo. Poi, di ritorno. C'è così tanto ancora da esplorare!
Le Paria Rimrocks
Paria Rimrocks
Un'ottima alternativa per osservare da vicino degli hoodos senza dover percorrere lunghe distanze è rappresentata invece dai Paria Rimrocks. In questo caso è sufficiente percorrere un chilometro circa su terreno completamente pianeggiante per arrivare alla meta. La contropartita da pagare è una minore concentrazione e spettacolarità dei pinnacoli di roccia, ma d'altra parte non tutti siamo maratoneti o, più semplicemente, non sempre abbiamo una giornata intera da destinare a quelle che, per gli itinerari turistici classici, rimangono destinazioni minori!
Anche in questo caso, pur nella semplicità d'accesso, la zona è poco frequentata e sarà probabilmente a quasi completa disposizione di chi avrà voglia di addentrarvisi.
Per arrivarci, bisogna percorrere la solita US 89. Tra il milepost 19 e 20 nello Utah (sulla destra venendo da Page) si trova un piccolo parcheggio in corrispondenza di alcuni tralicci della luce. C'è un recinto, e un libro dove registrare la propria presenza.
Da qui ci si incammina lungo uno stretto wash asciutto, fino ad arrivare ad un piccolo plateau roccioso. Un hoodoo ci accoglie solitario, quasi sprezzante nel suo risaltare in mezzo al nulla. Da qui si può liberamente esplorare la zona in cerca di altre formazioni rocciose. Un gruppo abbastanza consistente si trova addentrandosi verso sinistra, in una specie di piccola vallata. Sono molto interessanti anche le badlands che si incontrano, con pareti dove è possibile notare un netto cambio di colorazione dal bianco, al giallino, al rossiccio man mano che differenti strati di minerali si alternano.
Dopo aver passato del tempo a vagare per la zona, si ritorna per la stessa strada dell'andata.
Buckskin Gulch e Paria River
Ci sono due mete che gli avventurieri desiderosi di percorrere fiumi che si inoltrano fra strette gole si prefiggono. Una, forse la più famosa, sono i Narrows all'interno dello Zion Park. L'altra è rappresentata dal Paria River. Questo fiume è un affluente del Colorado, al quale si congiunge all'altezza di Lees Ferry. Il Buckskin Gulch è un affluente secondario del Paria. Entrambi presentano lunghe sezioni fra profonde gole, con pareti altissime e strette che raramente permettono il passaggio della luce. A differenza dei Narrows nelle sezioni più a monte dei due fiumi non vi è acqua per parecchi mesi, salvo rigagnoli o piccoli ruscelletti. Andando verso valle, invece, è spesso necessario camminare nell'acqua, nuotare in alcune parti, finanche a rendere impossibile ed estremamente pericoloso il cammino nei momenti di piena.
La cosa interessante è che si può modulare il proprio percorso a seconda dei gusti, dello stato di forma e del tempo a disposizione. Se alcuni appassionati intraprendono l'intero percorso della sezione principale del Paria River, dal trailhead fino a Lees Ferry per un totale di circa 27 miglia e diversi giorni di cammino, è anche possibile riuscire a riservarsi la parte più spettacolare in una lunga, impegnativa giornata così come inoltrarsi nelle gole finchè riuscirete a sospendere la vostra ammirazione e ritracciare i vostri passi.
Al trailhead principale del Paria River si arriva percorrendo un paio di miglia di facile sterrata che parte accanto alla Paria Contact Station a metà strada fra Page e Kanab, attorno al milepost 21 della US 89.
Da qui, ci si incammina nel largo fiume, generalmente asciutto a quest'altezza, in un paesaggio desertico in cui non c'è ancora il minimo sentore di quello che diventerà più avanti. Bisogna percorrere circa 4 miglia fino ad arrivare all'inizio della sezione dei narrows (Narrows è il nome specifico dell'hike nello Zion, ma anche la parola inglese per "stretto", "restringimento"), che proseguono per diverse miglia.
Horseshoe Bend
Un'ottima alternativa per chi vuole camminare di meno, è invece quella di percorrere il Buckskin Gulch. Ci sono diversi punti di accesso, ma quello maggiormente utilizzato è il Wire Pass Trailhead. E' lo stesso trailhead utilizzato anche per visitare The Wave, quindi bisogna prendere la House Rock Valley Road (circa 5 miglia a ovest della Paria Contact Station, vedere la sezione "The Wave" per ulteriori informazioni), strada sterrata generalmente in buone condizioni ma da verificare in caso di cattivo tempo, e percorrerla per 8 miglia fino ad un parcheggio. Qui bisogna registrarsi, pagare 5 o 6 dollari per il permesso giornaliero inserendo soldi e modulo di registrazione in un'apposita urna, e avviarsi. Si cammina lungo un ampio wash asciutto per circa un miglio (per The Wave bisogna deviare circa a metà strada) fino ad arrivare ad un budello dove comincia l'avventura. Le pareti si alzano e si stringono quasi improvvisamente, la roccia diventa compagna di viaggio, accompagnata occasionalmente (in questa fase, e sempre a seconda delle stagioni e del tempo) da pozze d'acqua facilmente aggirabili. Si supera qualche dislivello dovuto a cascatelle asciutte con un po' di scrambling, ci si immerge sempre più nello stretto Gulch. Le sezioni maggiormente spettacolari sono più a valle, dove ci sono decine di metri fra voi e il livello del terreno soprastante, ma anche con 1 oretta di camminata (l'intero percorso fino alla confluenza con il Paria River è lungo oltre 13 miglia) è possibile avere un ottimo assaggio di quello che troverete più avanti, e godere di quello che molti definiscono come il più lungo e profondo canyon americano.
Un'attenzione particolare alle condizioni del tempo e del fiume: la presenza e la profondità del corso d'acqua possono variare moltissimo in funzione delle stagioni, della sezione che si sta percorrendo e delle condizioni atmosferiche dei giorni passati. Si passa da acqua quasi inesistente, alla presenza di pozze, al camminare con i piedi sommersi fino a dover nuotare per brevi tratti. L'acqua è sempre ghiacciata, anche con 40 gradi esterni, quindi attenzione all'attrezzatura. E assolutamente, assolutamente, mai inoltrarsi in questi canyon se c'è possibilità di pioggia. La particolare conformazione (budelli di roccia senza via d'uscita) fa sì che l'acqua piovana trasportata dal fiume, largo a valle, si canalizzi violentemente nelle sezioni più strette fino a renderle una trappola mortale con pochissime possibilità di sopravvivenza. Attenzione!